Psoriasi: quali sono le cause e perché il nostro sistema immunitario può attaccare la pelle

La psoriasi è una patologia cronica della pelle dalle cause ancora non completamente chiarite, che coinvolge in maniera cruciale sia fattori genetici sia un’alterazione del sistema immunitario. Si presenta con la formazione di placche eritematose ricoperte da squame argentee e può manifestarsi in vari momenti della vita, spesso in seguito a specifici eventi scatenanti. L’elemento centrale per comprendere questa malattia è la dinamica attraverso cui il sistema immunitario, normalmente incaricato di difendere il corpo da minacce esterne, finisce con l’attaccare invece i tessuti sani della cute.

Il ruolo della predisposizione genetica

Studi scientifici hanno confermato che la predisposizione genetica ha un peso rilevante nello sviluppo della psoriasi. Circa il 50% delle persone affette presenta una storia familiare positiva per la malattia; nei gemelli monozigoti, la probabilità che entrambi sviluppino la patologia raggiunge il 65-70%. Non esiste un solo gene responsabile, ma una moltitudine di geni coinvolti che, combinati tra loro, aumentano il rischio di malattia. Tuttavia, anche chi ha questi geni può non manifestarla mai: la genetica predispone, ma non è sola a determinarne la comparsa.

Questa complessità genetica suggerisce che la psoriasi sia una malattia dal meccanismo multifattoriale. Studi di genetica hanno evidenziato connessioni tra la patologia e alcune varianti di geni correlati al sistema immunitario, fattore che contribuisce allo sviluppo di reazioni infiammatorie inappropriate da parte dell’organismo.

I meccanismi immunologici sottostanti

Ciò che rende la psoriasi particolarmente interessante tra le patologie dermatologiche è il suo carattere di malattia autoinfiammatoria. In condizioni normali, il sistema immunitario agisce come scudo verso infezioni e altre minacce esterne. Nella psoriasi, invece, avviene una disfunzione che induce alcune sue cellule, in particolare i linfociti T, ad attaccare i tessuti della pelle. Questi linfociti rilasciano segnali che attivano una risposta infiammatoria abnorme: le cellule epiteliali vengono spinte a moltiplicarsi molto più velocemente del normale, portando a un accumulo di cellule non ancora mature sulla superficie cutanea, visibili come le tipiche placche.

La fase iniziale prevede dunque una reazione immunitaria anomala, che attiva una catena di eventi infiammatori, con produzione di molecole come le citochine (ad esempio, TNF-alfa, IL-17, IL-23) in grado di amplificare l’infiammazione. Questo processo cronico crea un cortocircuito in cui il sistema immunitario considera alcune componenti normali della pelle come elementi da aggredire, producendo danni e accelerando la crescita delle cellule epidermiche.

Fattori che scatenano la malattia e peggiorano i sintomi

Pur essendo la base genetica fondamentale, la psoriasi generalmente si manifesta solo in presenza di determinati fattori scatenanti, che variano molto tra persona e persona. Questi possono includere:

  • Stress psicologico: Riconosciuto come uno dei trigger più potenti, perché altera l’equilibrio del sistema immunitario ed è spesso associato sia all’esordio sia alle riacutizzazioni della malattia.
  • Traumi della pelle: Graffi, tagli, ustioni solari e punture d’insetto possono portare alla comparsa di nuove lesioni in corrispondenza dell’area lesa, a causa del fenomeno di Koebner.
  • Infezioni: Alcune infezioni, soprattutto quelle da streptococco (ad esempio le faringiti batteriche), sono in grado di innescare la psoriasi, in modo particolare nella forma guttata che colpisce bambini e giovani adulti.
  • Farmaci: Alcune tipologie di medicinali, tra cui il litio, alcuni antimalarici, anti-infiammatori non steroidei (es. ibuprofene), ACE-inibitori, possono indurre o peggiorare la psoriasi.
  • Cambiamenti ormonali: Periodi come la pubertà o la menopausa sono associati a possibili alterazioni del decorso della malattia.
  • Fumo e consumo eccessivo di alcol: Questi fattori di rischio non solo favoriscono lo sviluppo della psoriasi, ma peggiorano anche le manifestazioni cliniche.

Non meno importante è sottolineare che il decorso della patologia può essere molto diverso da individuo a individuo: ciò che scatena una grave riacutizzazione in una persona può non avere alcun effetto in un altro caso.

L’attacco immunitario alla pelle: perché avviene?

Il meccanismo per cui il sistema immunitario si rivolge contro la pelle è oggetto di intensa ricerca e a oggi non esiste una risposta definitiva. Si parla di una perdita di tolleranza immunitaria verso alcune proteine normalmente presenti nella cute. In pratica, i segnali che dovrebbero distinguere tra “sé” e “non sé” vengono alterati: i linfociti T e altre cellule immunitarie percepiscono alcuni componenti normali del tessuto cutaneo come possibili minacce e le aggrediscono, scatenando una risposta infiammatoria auto-perpetuante.

Questa auto-aggressione non nasce da un singolo agente esterno, ma probabilmente da una combinazione di difetti genetici, esposizione a antigeni ambientali e fattori scatenanti come infezioni e traumi. Il risultato finale è la produzione di grandi quantità di mediatori infiammatori che attirano ulteriori cellule immunitarie, favorendo la cronicizzazione del processo e dell’infiammazione.

Dal punto di vista biologico, il ciclo di vita dei cheratinociti (le principali cellule della epidermide) si riduce drasticamente: da circa 28 giorni in condizioni normali a soli 3-5 giorni. Il risultato è l’accumulo di cellule immature sulla superficie corrispondente alle lesioni caratteristiche della psoriasi.

La differenza tra autoinfiammazione e autoimmunità

La psoriasi rappresenta un punto di incontro tra il concetto di malattia autoimmune e quello di malattia autoinfiammatoria. Nelle malattie autoimmuni classiche, il sistema immunitario produce autoanticorpi contro componenti proprie dell’organismo (come nel lupus eritematoso sistemico). Nella psoriasi, pur non essendo sempre presenti autoanticorpi specifici, la risposta immunitaria cellulare è fuori controllo: uno stato di attivazione cronica delle cellule immunitarie scatena il danno. In questo senso, la psoriasi è considerata una patologia “ponte” tra i due gruppi, condividendo con essi molti aspetti patogenetici.

La gestione della patologia si basa proprio su questa consapevolezza: le terapie più moderne prendono di mira alcune vie specifiche del sistema immunitario – soprattutto quelle che controllano la produzione di citochine, come IL-17 e IL-23 – con l’obiettivo di ridurre l’infiammazione e prevenire la ripresa del circolo vizioso di attacco immunologico.

In sintesi, la psoriasi è una condizione in cui una predisposizione genetica si intreccia con fattori ambientali e scatenanti, portando a un’errata attivazione delle cellule immunitarie che accelerano il ricambio cutaneo e generano infiammazione. La comprensione dei meccanismi immunologici alla base della malattia ha aperto la strada a nuovi trattamenti e sta progressivamente migliorando la qualità di vita di molti pazienti, pur lasciando ampie aree di mistero sulla sua origine profonda. L’approccio resta quello di un’attenta personalizzazione della terapia e della prevenzione dei fattori di rischio individuali, con la speranza che la ricerca possa chiarire sempre meglio il perché il nostro sistema immunitario possa, in alcune circostanze, arrivare ad attaccare la nostra pelle.

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